UDINE – L’Università di Udine celebra un nuovo traguardo con la formazione dei primi nove esperti nel rilancio delle aree montane
L’Università di Udine celebra un nuovo traguardo con la formazione dei primi nove esperti nel rilancio delle aree montane, diplomati al master in “Innovazione dei sistemi agrosilvopastorali della montagna. Imprese e territori”. Un progetto promosso dal Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali, con l’obiettivo di valorizzare le terre alte attraverso competenze concrete e una visione innovativa della montagna.
Il Master ha rappresentato molto più di un semplice iter accademico: è stato un viaggio culturale condiviso, come lo ha definito la direttrice del corso, Ivana Bassi. Il programma ha coinvolto 38 professionisti provenienti da università, centri di ricerca e realtà imprenditoriali. Al centro dell’esperienza: la rigenesi imprenditoriale montana, la promozione della partecipazione locale e la valorizzazione delle risorse naturali ed economiche del territorio.
Imprese, tradizione e innovazione per la montagna
Gli ambiti toccati dal master sono fondamentali per lo sviluppo sostenibile delle aree montane: dai settori agroalimentare e zootecnico, fino alla filiera del legno. Il corso ha promosso una diversificazione intelligente, capace di unire tradizione e innovazione, generando un’offerta di prodotti tipici, servizi di qualità e modelli produttivi resilienti.
L’approccio formativo ha mirato a rinnovare le relazioni uomo-natura, rafforzando le comunità locali e migliorando l’attrattività turistica e residenziale delle montagne.
Cinque moduli per una formazione completa
Il piano di studi si è articolato in lezioni teoriche, laboratori, project work e visite sul campo, strutturati in cinque moduli principali:
- ecosistemi montani
- filiere produttive
- imprese e network
- territorio e governance
- progettazione e comunicazione
Questa struttura ha garantito una preparazione trasversale e pratica, in grado di affrontare le sfide concrete delle aree montane.
Nove tesi per il futuro della montagna
I temi affrontati dai neodiplomati dimostrano la varietà e l’attualità degli argomenti trattati. Tra i lavori presentati, troviamo:
- la comunicazione d’impresa nelle aziende agroalimentari della Carnia
- la zootecnia di montagna tra realtà e contraddizioni
- le fattorie didattiche e sociali
- la forestoterapia come forma di valorizzazione ecosistemica
- la residenzialità nelle vallate montane
- le reti di imprese agrosilvopastorali
- l’agricoltura 4.0 e la zootecnia di precisione
- la promozione turistica digitale del Geoparco Alpi Carniche
- la produzione di spumanti di montagna
Questi progetti non sono solo esercizi accademici, ma idee concrete pronte a trasformarsi in azioni sul territorio.
A rendere possibile questo percorso è stata un’importante rete di partner istituzionali e locali, tra cui le sei comunità montane della regione e il Consorzio dei comuni del BIM Tagliamento, oltre a realtà come il Carnia Industrial Park, Prima Cassa Fvg, Confcooperative e Legacoop FVG.
Sinergie locali e collaborazioni transfrontaliere
La forza del progetto risiede anche nelle numerose collaborazioni con realtà attive a livello locale e internazionale. Tra queste, i Gal Montagna Leader, Euroleader, Open Leader e Torre Natisone, ma anche i parchi regionali delle Dolomiti Friulane e delle Prealpi Giulie.
Non mancano contributi da soggetti come il Segretariato della Convenzione delle Alpi, Cipra, Fondazione Comelico Dolomiti, Club Arc Alpin e CAI nazionale e regionale. Una rete che dimostra come la cooperazione sia essenziale per il futuro delle montagne.