75enne sbranato dagli amstaff dei parenti: sorella e nipote condannati a un anno di carcere

BRUGNERA (PN) – Si è concluso con due condanne per omicidio colposo il processo per la morte di Avellino Corazza, il 75enne ucciso dai cani dei parenti nell’ottobre del 2019.
Il Tribunale ha riconosciuto colpevoli la sorella della vittima e il nipote, proprietari e responsabili della custodia dei due amstaff che causarono la tragedia, condannandoli a un anno di reclusione a fronte della richiesta di due anni avanzata dall’accusa.

Le motivazioni della sentenza

Il giudice ha sottolineato la negligenza e l’imprudenza nella gestione degli animali, evidenziando come i due imputati avessero ignorato comportamenti aggressivi già manifestati dai cani.
Il Tribunale ha disposto anche un risarcimento provvisionale di 205 mila euro da corrispondere alle sei parti civili costituite nel procedimento.

La ricostruzione della tragedia

L’episodio risale a ottobre 2019, quando Avellino Corazza si era recato nella proprietà della sorella per una visita di cortesia, utilizzando il telecomando del cancello che gli era stato affidato.
All’interno dell’abitazione non c’era nessuno, ma nel cortile si trovavano i due cani di razza amstaff.
Appena entrato, l’uomo è stato aggredito violentemente e sbranato, riportando ferite mortali che hanno causato la morte per dissanguamento.

Le indagini e il processo

Sul posto erano intervenuti i Carabinieri e i soccorritori sanitari, ma per la vittima non c’era stato nulla da fare.
L’indagine, condotta dalla Procura di Pordenone, aveva accertato la responsabilità dei proprietari per mancata vigilanza e per l’omessa adozione di misure di sicurezza atte a evitare l’aggressione.
Con la sentenza di condanna, si chiude così una vicenda che aveva profondamente scosso la comunità di Brugnera.