TRIESTE – Una tragica vicenda legata alla caccia ha portato alla morte di una donna sessantenne residente a Trieste. La vittima è stata colpita da un proiettile durante una battuta di caccia a Basovizza e non ha resistito dopo un intervento chirurgico d’urgenza all’ospedale di Cattinara. Questo episodio riaccende il dibattito sulla pericolosità della pratica venatoria, che continua a causare vittime sia umane che animali.
La presa di posizione del Partito Animalista del FVG
Il Partito Animalista del Friuli Venezia Giulia (PAI) ha espresso profondo dolore per l’accaduto, affermando:
“Esprimiamo le nostre sincere condoglianze alla famiglia della vittima, ma non possiamo più tollerare che, nel 2024, la caccia continui a costare vite umane. Questo incidente è solo l’ultimo di una serie che ci pone di fronte a una pratica crudele e pericolosa, priva di giustificazione.”
Secondo il PAI, l’etichetta di “incidente accidentale” spesso attribuita a eventi del genere non è sufficiente:
“Non possiamo più accettare che la sicurezza dei cacciatori e di chi si trova in natura venga messa a repentaglio. Ogni anno, episodi come questo sono una triste realtà che non possiamo ignorare. È giunto il momento di porre fine a questa tragedia.”
La caccia come pratica obsoleta e pericolosa
Il PAI ribadisce la propria opposizione alla caccia, definendola un’attività antiquata e pericolosa:
“Le foreste, le montagne e i terreni del Friuli Venezia Giulia non devono trasformarsi in campi di battaglia. Ogni anno assistiamo alla morte di animali per puro divertimento e al rischio per la vita di persone innocenti. Questo non può più continuare.”
L’organizzazione sottolinea anche i pericoli legati alla dispersione dei pallini da fucile, che mettono in pericolo chiunque si trovi nelle vicinanze, inclusi i cacciatori stessi.
“Non possiamo permettere che una tradizione così pericolosa continui a causare vittime. È necessaria una riforma radicale delle leggi sulla caccia per garantire la sicurezza di tutti.”
La questione dell’età dei cacciatori
Il PAI solleva anche il tema dell’età dei cacciatori, chiedendo una valutazione della capacità di gestire un’arma da fuoco dopo una certa età.
“Le condizioni fisiche e mentali cambiano con il passare degli anni, e non possiamo permettere che cacciatori con difficoltà nel maneggiare un’arma mettano a rischio la vita di persone innocenti. La politica deve affrontare questa realtà e agire di conseguenza.”
Un appello al cambiamento
Il Partito Animalista conclude con un appello alle istituzioni:
“Chiediamo una seria riflessione su come porre fine a questa tragedia e proteggere persone, animali e ambiente. È giunto il momento di un cambiamento deciso. È tempo di dire basta alla caccia.”
Fabio Rabak
Coordinatore regionale PAI