La tragica morte di Daniel Tafa a Maniago: l’autopsia rivela le cause
MANIAGO (PORDENONE) – La morte di Daniel Tafa, giovane operaio di 22 anni, avvenuta a causa di due schegge incandescenti sul luogo di lavoro a Maniago, in provincia di Pordenone, ha trovato conferma nell’esito dell’autopsia.
I rilievi dell’autopsia sul corpo di Daniel Tafa
L’autopsia eseguita dai medici legali Lucio Bomben e Antonello Cirnelli ha rivelato che il decesso è stato provocato da due frammenti metallici che hanno colpito Daniel con un impatto devastante, paragonabile a due fucilate.
L’esame forense ha descritto dettagli tragici sulle ferite riportate dal giovane operaio. La prima scheggia, penetrata dalla parte posteriore del corpo, ha causato lesioni fatali a polmone, rene e cuore, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di salvataggio. Questo ha smentito le polemiche su presunti ritardi nei soccorsi sollevate da alcuni sindacati, confermando che l’intervento della Sores Fvg è stato tempestivo.
La seconda scheggia ha colpito Daniel a un gluteo, provocando una frattura al bacino e gravi danni alle vertebre, ferite che si sono rivelate fatali.
Ora, in attesa del nullaosta della Procura, si potranno fissare i funerali.
Indagini in corso sulla causa della tragedia
Le indagini giudiziarie proseguono e attualmente cinque persone sono indagate per omicidio colposo:
- Il proprietario della fabbrica,
- Il direttore dello stabilimento,
- Il perito che ha controllato gli impianti,
- La professionista che ha certificato il corretto funzionamento del macchinario,
- Il responsabile della sicurezza dell’azienda.
Gli inquirenti cercano di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e verificare eventuali responsabilità nella manutenzione e nella gestione della sicurezza dello stabilimento.