TRIESTE – La Polizia di Frontiera di Trieste ha concluso con successo l’operazione “Turkish Shuttles”, che ha portato all’arresto di otto cittadini turchi accusati di favorire l’immigrazione clandestina. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trieste e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha smantellato un gruppo criminale turco specializzato nel traffico di migranti irregolari lungo la rotta balcanica. Gli arresti sono avvenuti in diversi paesi, tra cui Italia, Croazia e Bulgaria.


Un’operazione internazionale contro il traffico di migranti
Le indagini hanno avuto inizio dopo l’arresto di alcuni membri del gruppo durante i controlli di frontiera a Trieste, dove sono stati sorpresi a trasportare gruppi di migranti, inclusi turco-curdi e cinesi, appena entrati in Slovenia. I migranti venivano portati principalmente dalla Bosnia e dalla Serbia tramite voli a basso costo, per poi attraversare Bosnia, Croazia, Slovenia e infine raggiungere l’Italia. Molti di loro avevano come destinazione finale il nord Europa, in particolare la Germania, dove esiste una comunità significativa di turco-curdi.
La rete criminale e il traffico di esseri umani
Nel corso dell’operazione sono stati identificati 52 migranti irregolari, inclusi donne e minori, che avevano pagato tra 4.000 e 6.000 euro per il viaggio dalla Turchia all’Italia. Le condizioni di viaggio, a volte precarie, sono emerse chiaramente in alcuni casi, tra cui quello di un bambino di 6 anni trovato nel bagagliaio di un’auto con due persone in più rispetto al consentito. Inoltre, sono stati sequestrati dieci veicoli utilizzati per il trasporto illegale.


Cooperazione internazionale e risultati
L’operazione ha visto una significativa cooperazione internazionale, con la partecipazione delle Forze di Polizia di diversi paesi, tra cui Polizia croata, Bulgara e il supporto della Polizia Federale Tedesca. Grazie all’accordo tra la Polizia italiana e la Bundespolizei tedesca, sono stati avviati controlli anche in Germania, estendendo così la lotta contro il traffico di esseri umani in tutta la regione balcanica e nord-orientale dell’Italia.