Nella cittadina di Latisana, il passato riecheggia con una voce potente, portando con sé un messaggio di speranza e riflessione. La cerimonia in onore dei caduti e dispersi della campagna di Russia, avvenuta ottantun anni fa, si è svolta con una partecipazione sentita, trasformandosi in un momento di profonda riflessione collettiva.
Il significato dietro la cerimonia
Claudio Frattolin, vicecapogruppo della Sezione Alpini di Latisana, ha aperto l’evento ricordando l’importanza della ragione come strumento per il trionfo della pace. La commemorazione, che trova le sue radici nel 1952, è stata un’occasione per ricordare le vittime di una delle pagine più buie della storia contemporanea, con l’obiettivo di trasformare il dolore in insegnamento.
Le parole di Mauro Bordin
Il presidente del Consiglio regionale del Fvg, Mauro Bordin, intervenendo, ha sottolineato come la storia sembri a volte ripetersi con eventi drammatici che testimoniano un disprezzo verso il prossimo. Ha però ricordato che la forza dei bambini, con la loro innocenza e capacità di sorridere nelle difficoltà, possa essere un faro per costruire un futuro migliore.
La comunità e la solidarietà al centro
Lanfranco Sette, sindaco di Latisana, ha evidenziato l’importanza della memoria collettiva e della solidarietà. La prima celebrazione congiunta dei Gruppi Alpini di Latisana e Latisanotta ha rappresentato un momento di unione e riflessione sulla necessità di mantenere vivi i principi fondamentali di pace e solidarietà.
Il messaggio ai giovani
La presenza di numerosi bambini alla cerimonia è stata un segnale di speranza per il futuro, sottolineando il dovere di tramandare valori di pace e solidarietà alle nuove generazioni. Questo sentimento è stato condiviso da tutti gli intervenuti, da Maddalena Spagnolo a Mauro Di Bert, che hanno riconosciuto nel sacrificio degli alpini un monito per le future generazioni.
In questo contesto di commemorazione e riflessione, Latisana si conferma non solo custode della memoria storica, ma anche promotrice di un messaggio di pace e speranza. La cerimonia diventa quindi un punto di partenza per un dialogo costruttivo, finalizzato alla costruzione di un domani in cui la ragione e l’umanità possano prevalere sui conflitti.
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