Guerra, eroismo, sacrificio, passione, forza, solidarietà, condivisione. “Il Canto della Malaguerra” racchiude un mix unico di sensazioni, sentimenti e accadimenti, tra storia e rievocazione, tra divulgazione e musica. Dalla Galizia a Gorizia la Grande Guerra dei fantaccini viene proposta in una panoramica viva e palpitante grazie alla commediografa Edda Vidiz.
Lo spettacolo andrà in scena il 21 giugno alle 20.30, a ingresso libero, nella Sala Luttazzi di Trieste, al Magazzino 26 del Porto Vecchio, inserito nella rassegna “Una luce sempre accesa”, promossa e organizzata dal Comune di Trieste. Lo spettacolo è realizzato con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con Collettivo Terzo Teatro APS e andrà in replica a Gorizia il 22 giugno.
“Il canto di guerra dice tutto in una sola frase semplice e profondamente reale: una volta si va e si torna, una volta si va e si resta”. A 110 anni dal quel 28 luglio 1914 che cambiò la storia, (con la dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia) l’Associazione Tredici Casade – Aps ripropone nuovamente, a grande richiesta, una rievocazione teatrale della prima guerra mondiale che, inevitabilmente, coinvolse l’asburgica Trieste.
Il “Canto della Malaguerra” porta alla ribalta le vicende sia dei fanti triestini, che servirono in obbedienza l’Imperial regio governo, sia degli irredentisti regnicoli, che combatterono per i Savoia. Con grande rispetto per i caduti di ambo le parti e per la particolare drammaticità del vissuto di un secolo fa da tante persone, lo spettacolo non intende mettere in risalto il lato oscuro degli uomini in guerra, quanto la solidarietà tra commilitoni che, nelle dure marce di trasferimento e nel fango delle trincee, trovarono sostegno nel canto. Brani del primo Novecento che, sia pur impregnati di paura, nostalgia e dolore, lenivano in parte l’oppressione dei loro animi e riuscivano a far ricordare loro di essere ancora uomini.
Nel primo atto, il Fronte Orientale della Galizia dove si parla e si canta in dialetto con accenni in tedesco, sloveno e russo – le parlate dei soldati imperiali con i quali i triestini Austro-ungarici condivisero l’angoscia delle battaglie – ritornando, alla fine, accolti da odiati reduci “ex AU” in una città sotto una nuova bandiera.
Nel secondo atto c’è il Fronte Italiano, dove si parla in lingua e si canta con vari accenti dialettali, quelli dei fantaccini del regno d’Italia: vittime sacrificali nelle mani di Cadorna e dei suoi generali, alcune volte trasformatisi in boia dei propri soldati.
Il “Canto della Malaguerra” ha debuttato nel 2013 all’Auditorium del Museo Revoltella, riproposto nella Sala Beethoven e in scena l’anno seguente al Teatro Miela durante il “Festival Internazionale Ave Ninchi”, ricevendo il Premio per il miglior spettacolo. Nel corso di Serestate 2014 è stato presentato anche al Museo Ferroviario e nel “Bora Musicalfest 1916”, al Castello di San Giusto. Ottenendo sempre un grande successo..
La regia è di Julian Sgherla. Con Riccardo Beltrame, Alessandro Colombo, Myriam Cosotti, Ennio Ficiur, Julian Sgherla, Leonardo Zannier. Ed Ernesto Giurgevich e Paolo Prelog. Musiche originali e concertazioni di Corrado Gulin al pianoforte e Piero Zanon al violino. Movimenti scenici a cura di Carolina Bagnati.
Lo spettacolo fa parte del festival diffuso “Dove nasce l’Adriatico”, organizzato dall’Associazione Tredici Casade APS, nell’intento di portare il dialetto alla ribalta nell’appassionante storia di Trieste nel corso dei secoli. L’associazione, conosciuta da tempo e molto apprezzata, svolge anche un’importante attività di divulgazione storica di Trieste e del Territorio, allestendo eventi che raccontano il vissuto della città con grande attenzione.